Dietro un cartone su terra bruciata
dorme una vita vestita di stracci
anima in pena lontano dagli occhi
tace in ginocchio “ho fame, ho freddo”.
E noi che passiamo le mani in tasca
con quella moneta che poi non doniamo
restiamo a guardare curiosi e indiscreti
voltando le spalle a un uomo che chiama.
Piange una donna che cerca conforto
muove i suoi passi e una mano protesa
dentro a un bicchiere un caldo caffè
vuol regalarmi in cambio di aiuto.
E io non mi fermo fingendo premura
le lascio il caffè pensando “che matta”
mi sfugge un sorriso di pena struggente
e sento un dolore rincorrermi dietro.
Stando seduto per tutta la vita
schiavo del male resiste in silenzio
anima sola in un corpo fiaccato
l’uomo caduto in fatale sventura.
Con poche parole le mani legate
un magro destino il tempo che resta
non vede il presente non sente il futuro
è l’uomo diverso da sempre esiliato.
Ma noi che sprechiamo la nostra fortuna
magari pensiamo
è sua la colpa.
Se fossimo noi persone diverse
diremmo diversa
la gente normale.