di Luciano Lombardi
Erano passati tanti mesi dal loro primo dialogo in Internet. Finalmente arrivoā il momento dell’incontro, tanto atteso e desiderato: un intero fine settimana da trascorrere insieme.
Giaā da diversi giorni Luca inizioā a respirare quell’impazienza che era ricorrente ai tempi del liceo, prima di una gita scolastica: un evento che veniva preparato con un’attesa emozionante e con il cuore sognante. In fondo, come spesso accade, la lunga attesa alimenta la fantasia e rende l’evento stesso ancora piuā bello.
Nell’amicizia con Chiara, iniziata quasi per gioco con uno scambio di messaggi in rete, tutto era bello; ma la loro corrispondenza, i loro pensieri, le loro chiacchierate al telefono avevano bisogno di trovare realizzazione completa necessariamente con un incontro “dal vivo”.
Proprio lui, che in passato non avrebbe mai preso seriamente l’idea di un’amicizia virtuale, si trovoā ad emozionarsi e ad essere felice grazie ad una creatura che aveva annientato col suo immenso calore la freddezza della rete telematica.
E poi era fiero di lei: l’ammirava per essere rimasta incorrotta dopo il suo passato difficile. Ormai non c’erano dubbi: si volevano veramente bene…
Il sabato mattina Luca era ancora indaffarato ad incartare gli ultimi regalini che le aveva preparato e l’emozione era salita alle stelle.
Inizioā il viaggio in macchina con le note tratte dalla colonna sonora del loro film preferito. Il pensiero di lei era costante e piacevole: l’aveva definita “il suo angelo custode” tanto era presente in ogni cosa facesse.
Durante il percorso gli tornavano alla mente i loro aneddoti, le frasi piuā originali, molti ricordi… Volava verso di lei come verso un sogno e dopo tanta attesa percepiva la consapevolezza che quel momento era sempre piuā vicino.
A pochi chilometri da Cesena si fermoā ad un distributore di benzina per fare rifornimento. Squilloā il cellulare di Luca.
Era lei: voleva sapere dove si trovasse; egli provoā la strana sensazione di sentirla per la prima volta vicina a tal punto che l’emozione si confondeva con una scoppiettante euforia. Acquisiva la consapevolezza che il mondo intorno a seā stava passando in secondo piano, le voci della gente erano quasi attenuate misteriosamente come in una dissolvenza cinematografica e i contorni delle cose parevano offuscate dall’importanza di quel momento…
Non riusciā a trovare subito il punto d’incontro che le aveva indicato: le telefonoā e lei gli suggeriā di vedersi all’uscita del casello autostradale. Dopo pochi minuti fu liā e si accodoā alla fila di macchine che procedeva lentamente.
Quegli ultimi istanti che lo separavano da lei sembravano interminabili piuā dei chilometri che aveva percorso.
C’era un caldo sole e sentiva dentro di seā una felicitaā misteriosa, una sensazione di benessere misto a curiositaā. Iniziava ad immaginare come sarebbe stato il loro primo sguardo, quali parole avrebbero rotto il ghiaccio… Sarebbe cambiato qualcosa? Si sarebbe sciolto l’incantesimo? Era sicuro di no, il bene era troppo grande…
Superoā il casello e avanzoā lentamente alla ricerca della sua macchina. La scorse da lontano e fece un cenno con la mano.
Si abbracciarono, come sognoā da innumerevoli giorni: finalmente quella voce, quelle parole, quei pensieri, quel calore e quella dolcezza erano concretamente davanti a lui, tra le sue braccia…
Era talmente felice che non ebbe il tempo di sperare che Chiara non restasse delusa. Il suo sorriso lo rassicuroā presto: aveva il sole nel proprio cuore e davanti agli occhi. Quel mare di dolcezza, di sensibilitaā e generositaā avevano preso forma dopo parecchio tempo.
S’incamminarono verso casa, ognuno con la propria macchina. Il secondo abbraccio, piuā lungo e sereno, fu piuā emozionante del primo: fu come quello che scaturisce dopo un lungo distacco.
Luca credeva che dopo il primo incontro, qualcosa potesse ridimensionarsi, che quell’alone di magica leggiadria che Chiara gli aveva fatto sempre immaginare potesse in qualche modo subire un lieve cambiamento. Invece, almeno da parte di lui, fu proprio il contrario.
Entrarono in casa e i minuti che passavano incrementavano quel senso di familiaritaā che ormai toglieva il posto all’imbarazzo iniziale.
Chiara gli mostroā subito il suo mondo, le sue cose, il computer tanto caro…
Ancor prima che potesse trovare l’occasione per prenderle i regalini, fu preceduto ricevendo nelle sue mani uno splendido pesce di peluche: non sapeva se fosse piuā simpatico il musetto di quel pupazzo tenerissimo o lo sguardo vispo e dolce della “sua” Chiara; in quel momento capiā l’origine del nomignolo “Pesciolino” col quale lei si rivolgeva a lui negli ultimi tempi.
Era felice nel vederla scartare i pacchetti che le aveva portato: di tanto in tanto Luca estraeva dalla propria tasca un bigliettino con un pensiero, una frase carina, una dedica… e lei non faceva altro che ridere divertita e sorpresa, regalandogli ogni volta baci graditissimi…
Andarono a pranzo a Rimini con la macchina nuova di Chiara.
Inizioā a raccontargli di seā e del nuovo lavoro, mentre il paesaggio intorno scorreva.
Il cuore del ragazzo viveva un’emozione inaspettata: quella ragazza che per tanti mesi aveva immaginato grazie alle parole, alle foto, ai racconti e alle confidenze, era davvero splendida, molto piuā di quanto egli potesse prevedere. Chissaā, invece, che impressione le avesse fatto lui…
Era talmente coinvolto ed emozionato, che al termine del pranzo rimase come uno stupido nello scoprire che aveva giaā pagato lei, approfittando della sua perenne ingenuitaā. Per un attimo si mortificoā: oltre al debito derivante dalla fortuna di aver incontrato un tesoro del genere, doveva sopportare anche questo “scherzo”.
Dopo pranzo se ne andarono a spasso con la macchina.
Chiara propose di andare a fare un giro all’Ipermercato: volevano regalarsi a vicenda un portachiavi-ricordo. Fu divertentissimo, percheā lei non riusciva a ricordarsi la strada: chiese indicazioni a piuā persone, ma alla fine tornavano sempre allo stesso punto. Si preoccupava della presunta “brutta figura”, mentre non si rendeva conto che lo conquistava sempre di piuā con quella sua spontaneitaā, quel sorriso candido e quello sguardo che non puoā essere descritto semplicemente a parole.
Mentre passeggiavano tra la gente, alla ricerca dei portachiavi, stringeva a seā l’orsacchiotto di peluche che Luca le aveva regalato: il gesto era cosiā spontaneamente pieno d’amore, che sembrava quasi che l’abbraccio fosse diretto a lui.
Scelsero i portachiavi, l’uno di nascosto dall’altra e, usciti dal negozio, se li scambiarono.
Luca si emozionava nel vederla felice cosiā… La sua proverbiale dolcezza gli regalava l’incanto di un sogno nel quale erano entrambi protagonisti.
Si avviarono verso casa e si trattennero liā per un po’, ascoltando musica e chiacchierando fino all’ora di cena. Chiara scrisse anche un bigliettino di ringraziamento per i regali che aveva ricevuto; e per la prima volta poteā scoprire la sua calligrafia: che gioia, leggere quelle belle parole che testimoniavano il suo piacere di averlo liā con seā.
La ragazza si allontanoā per andare a lavarsi i capelli ed egli ne approfittoā per scriverle una lettera al computer, dove esprimeva “a caldo” tutte le proprie emozioni, le sue ottime impressioni dopo il loro incontro, la felicitaā per aver conosciuto una persona cosiā speciale.
Ad un certo momento la ragazza disse che voleva dedicare qualche minuto alla ricerca di amici collegati on-line e scambiare messaggi con loro. Luca era contento che la sua presenza le donasse quella serena spensieratezza: ogni tanto Chiara sceglieva una canzone da ascoltare e la dedicava a Luca.
Si sedette qualche istante sul divano per lasciarla scrivere piuā tranquillamente. Probabilmente egli diventoā un po’ silenzioso e riflessivo a causa di quelle continue emozioni; saraā stato anche per questo che Chiara si dedicoā un po’ di piuā agli amici di Internet, ridendo di tanto in tanto a seguito di alcuni messaggi e scrivendo con divertimento ai nuovi ragazzi che man mano si mettevano in contatto con lei per la prima volta.
Il ragazzo sentiva un brivido di tristezza percorrergli la schiena: come poteva dirle che, inspiegabilmente, era geloso di quegli “estranei”, di quelle attenzioni che credeva gli sottraesse? Come poteva giustificare la presunzione di volerle bene piuā di tutti i suoi amici messi insieme? Con quale diritto poteva sperare che in sua presenza non le telefonasse nessuno? Non era nel suo stile una posizione del genere, neā tanto meno la circostanza poteva sostenerla.
Ben presto tutto passoā e uscirono con la macchina per andare a cena. Chiara si divertiā parecchio percheā a sorpresa Luca estrasse altri bigliettini con dediche e pensieri.
Fu contento del fatto che rifiutoā l’invito di alcuni amici per stare sola con lui. Dopo cena decisero di andare in un pub. Quando entrarono, il ragazzo notoā che il clima che si respirava e la musica assordante sembrava piuā tipico di una discoteca che di un pub. Un po’ rimase perplesso: sapeva di averle detto che non gli piaceva quel tipo di divertimenti. Chiara fece intendere che avrebbe gradito ballare un po’, ma Luca non la assecondoā, pur invitandola a farlo anche senza di lui… Forse l’avraā delusa e in fondo gli dispiaceva molto di non poterla accontentare, ma era cosiā incantato da quel turbinio di emozioni, che aveva bisogno di prendere coscienza del mondo intorno a seā, con tranquillitaā.
Al ritorno a casa, si sedettero sul divano, a lume di candela: c’era la musica in sottofondo. Chiacchierarono piacevolmente per un po’.
Si trovarono a fianco a fianco, tenendosi teneramente per mano. Sembrava di essere in Paradiso. Luca rifletteva sul fatto che spesso la vita ci regala bei momenti e siamo contenti. In altri casi si tratta di qualcosa di ben piuā grande, a volte incommensurabile: siamo felici. Cosiā si sentiva il ragazzo in quello scenario da sogno: il lieve vento fresco che giungeva dalla finestra faceva ondeggiare quella fiammella disegnando ombre luminose in tutta la stanza e, contemporaneamente, gli portava un brivido indimenticabile di immensitaā. Non c’erano parole da pronunciare, non c’erano racconti da narrare, non c’erano spiegazioni da dare: il cuore parla da seā.
Ad un tratto sentiā la testa di lei poggiarsi delicatamente sulla sua spalla e le braccia cercare dolcemente le sue… Inizioā la loro musica: “Isole” di Rondoā Veneziano. Non c’era altro al mondo in quel momento: tutto cioā che aveva desiderato per tanto tempo si stava realizzando. Chiara era liā con lui e quelle note suggellavano quella scena per l’eternitaā: le diede un bacio sulla fronte ed ebbe l’impressione che gli sorrise. Non era una semplice amicizia, non era amore, ma qualcosa di piuā grande e puro, qualcosa di inspiegabile.
La mattina seguente Luca si alzoā presto: aveva il cuore pieno di emozioni. Lei dormiva ancora. In attesa del suo risveglio, ascoltava il cd che l’aveva accompagnato durante il viaggio, e che ormai stava diventando la colonna sonora di quel week-end; quella musica era la voce di Chiara, quelle note il riflesso dei suoi occhi… I dolci suoni che guidavano il sorgere del sole erano l’eco delle sue parole e il ritratto del suo sorriso.
Era nella stanza a fianco e giaā sentiva la sua mancanza: bencheā fosse felice, respirava giaā aria di malinconia, quella stessa che lo accompagnava durante le gite scolastiche quando, mentre tutti si divertivano, si trovava sul pullman a guardare il paesaggio dal finestrino, con gli occhi lucidi, senza apparente motivo.
In tarda mattinata uscirono un po’. Chiara gli fece conoscere il suo dottore-amico che la aiutava a proseguire il corso delle sue cure. Quando egli lo invitoā a non lasciare mai Chiara da sola, il ragazzo, sentendosi orgogliosamente investito di una importante responsabilitaā, replicoā che per lui era impensabile “abbandonare” un fiore come lei: e la ammirava mentre giocava con il figlioletto del dottore.
Proseguirono la passeggiata e pensarono che sarebbe stato bello vedere insieme il loro film preferito a casa.
Dopo pranzo, decisero di cercare una macchina per foto-tessera, affincheā potessero avere un ricordo l’uno dell’altra: il risultato non fu dei migliori; il desiderio di pretendere di apparire insieme in una foto-tessera regaloā loro parecchie risate, visto che nessuno dei due riusciā ad essere immortalato decentemente!
Tornarono a casa con la videocassetta. A Luca piaceva osservarla quando accompagnava la musica del film con il gesto ondeggiante della mano.
Dopo una ventina di minuti, Chiara si addormentoā candidamente: Luca non se la sentiva proprio di svegliarla, nemmeno quando arrivoā la scena piuā bella. Dormiva saporitamente in quel pomeriggio di sole che stava lentamente volgendo al termine, portando con seā tutto l’incantesimo del week-end.
La ammirava, mentre teneva stretto a seā l’orsacchiotto di peluche. Si sentiva lusingato per il fatto che avesse avuto fiducia in lui e l’avesse ospitato tranquillamente a casa sua. Gli dispiaceva un po’ di non poter condividere quelle ultime emozioni con lei, ma preferiva farla riposare: se lo meritava.
Si sveglioā a metaā film, e il ragazzo le propose di rivedere la scena tanto cara ad entrambi: ma ben presto crolloā di nuovo nel sonno. Non si accorse nemmeno dello squillo che qualcuno le fece al cellulare.
Ci fu solo il tempo di gustare insieme, mano nella mano, la scena finale del film, con il crescendo musicale strappalacrime.
Quando apparve la scritta “Fine”, con i brividi Luca aveva capito che anche la sua favola era giunta al termine. Era ora di prendere la strada del ritorno.
Scorrevano i titoli di coda e rivedeva, come in un flashback, tutti i momenti piuā belli di quella piccola storia. Gli sembrava che una musica silenziosa provenisse dal suo cuore. Si abbracciarono, come il giorno precedente; promisero di rivedersi presto.
Troppa felicitaā fa male… Luca lascioā lentamente alle sue spalle quella splendida fiaba, mentre il tramonto avanzava con la malinconia della domenica sera, la stessa della sua infanzia, di ritorno dalle gite scolastiche.
Sentiva il cuore oppresso da un pesantissimo vuoto, un senso incredibile di improvvisa solitudine, una tristezza irreparabile, una nostalgia senza tregua.
Quello stato d’animo lo accompagnoā per tutto il viaggio di ritorno e durante il giorno seguente. C’era ancora l’eco di quella musica, di quegli occhi, di quei sorrisi, di quelle mani… Ma entrambi sapevano che il sole resteraā per sempre, nel cuore.