di Luciano Lombardi
La vidi per la prima volta una settimana fa. Ero in chiesa, come sempre, in fondo, vicino all’uscita: notai alla mia sinistra, a qualche metro di distanza, quella splendida ragazza dai lunghi capelli chiari, fine ed elegante.
Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. Possibile che una ragazza cosi’ bella non avesse un ragazzo al proprio fianco? L’avro’ vista altre volte? Non saprei. L’unica certezza e’ che il mio cuore era piacevolmente distratto da quella presenza.
Deve essere dolce come una principessa: bastava guardarla mentre con eleganza si aggiustava i capelli; e quando il suo sguardo per caso incrociava il mio, mi sembrava di affacciarmi sulla soglia dell’infinito.
Aspettavo con ansia il momento dello scambio del segno di pace: purtroppo per me, ad un tratto, tra lei e me si inserirono altre persone e cio’ m’impedi’ di stringere la sua mano. Avrei voluto parlarle, desideravo ascoltare la sua voce, ma in certi momenti ci si sente talmente piccoli che un gesto del genere sembrava un’impresa.
E la domenica fini’ cosi’, col pensiero di lei e con l’impressione di aver perso qualcosa di veramente prezioso…
Questa sera, esattamente come sette giorni fa, ci siamo ritrovati, come per magia, alla stessa ora, allo stesso posto. Il mio cuore batteva piu’ velocemente. Lei sembrava spiare le mie mosse e spesso capitava che il mio sguardo venisse colto in flagrante. Avevo paura che il mio forte desiderio di ammirare i suoi splendidi lineamenti potesse infastidirla; eppure, ogni tanto, avevo l’impressione che anche lei si voltasse verso di me. Certamente stavo sognando, ma era bello lo stesso.
Anche questa sera aspettavo con emozione lo scambio della pace. Questa volta non c’era nessuno tra noi. Pochi istanti prima, mi sembrava che dovesse succedere un evento straordinario: probabilmente stavo tremando.
Quando e’ arrivato il momento magico, mi sono voltato verso di lei, emozionatissimo, porgendole la mia mano: lei si e’ avvicinata a me con un sorriso. La sua mano era nella mia e i miei occhi nei suoi.
Sembrava che entrambi volessimo prolungare quel momento… Certe cose pero’, accadono solo nelle favole.
E’ stato il nostro primo “incontro”. Come dare un seguito a quei momenti? Come potevo farle capire che qualcosa di straordinario faceva vibrare le corde del mio cuore?
Negli istanti immediatamente successivi, credevo che mi scrutasse con piu’ insistenza: mi sentivo osservato piu’ del dovuto, e cio’ alimentava la mia timidezza.
Avevo deciso che al termine della messa avrei provato a dirle qualcosa: ma sentivo che sarebbe stato piu’ difficile che scalare una pericolosa vetta.
Lei usci’ un attimo prima di me e mentre scendevamo le scale, quasi fianco a fianco, studiavo il modo per poter iniziare una conversazione senza fare brutte figure.
Si fermo’ un po’ piu’ avanti, come se volesse aspettare qualcuno: mi ricordai che anche una settimana fa fece la stessa cosa. Capii che non era la situazione migliore per me e mi avviai da solo verso la macchina.
Avvertivo un sottile brivido percorrermi la schiena. La malinconia della domenica sera stava calando come una pioggia d’autunno. Passo dopo passo sentivo nascere in me un’inspiegabile tristezza. Lo sguardo di lei era impresso nei miei pensieri: credevo di aver perso ancora una volta una grande occasione. Mi sentivo come uno che ha appena detto “addio” alla propria amata. Riusciro’ mai a confidarle questi miei segreti, o a conquistare uno spicchio del suo cuore?
Sara’ uno scherzo dell’Amore?