Le radio in Italia
La radiofonia italiana
Nel vasto panorama della radiofonia italiana, c’è posto un po’ per tutti e per tutti i gusti. Se da un lato, ciò può favorire la presenza di diverse voci e rappresenta uno sviluppo della libertà di pensiero, spesso porta però a un sovraffollamento che, anche dal punto di vista tecnico, è motivo di disturbi e sovrapposizioni indesiderate che, il più delle volte, si risolvono per vie legali.
A parte questo, è importante che ognuno abbia la propria radio, nella quale riconoscersi e identificarsi. Ogni radio è l’espressione di una realtà e a questa dà voce. Se, come può succedere, frugando tra le stazioni, può sembrare che alcune emittenti siano “inutili”, tale giudizio è sicuramente dettato da un’impressione eccessivamente soggettiva.
Chi non ama la musica classica, di fronte a un pezzo di Mozart trasmesso alla radio, sarà probabilmente portato a pensare che, gli appassionati di tal genere di musica potrebbero ricorrere alla discoteca domestica; e così per tutti gli altri tipi di musica, anche se poi, in effetti, ci sono innumerevoli generi musicali totalmente trascurati dai mass media.
Se questo discorso può apparire ovvio ed evidente per quanto riguarda il settore musicale, lo stesso non si può dire per altri tipi di trasmissioni.
Sarà capitato a tutti di imbattersi in conversazioni telefoniche di carattere “familiare” e non certamente di pubblico interesse, né tanto meno culturali: signore che salutano le amiche del piano di sopra chiedendo se la cena è pronta o cose simili…
Quale motivo di esistere avranno tali realtà? Il fatto che ci siano, comunque, è già una ragione: è la risposta ad un’esigenza che, benché circoscritta, ha bisogno del proprio spazio. Per chi fa parte di questa “famiglia”, la radio è, di norma, solo quel tipo di radio e ogni altra differente realtà è ignorata o considerata, parimenti, inutile. Molto spesso, per tali persone è essenziale comunicare in questo modo; il più delle volte, la solitudine va combattuta con una voce, anche se rivolta ad altri.
Ci sono radio tecnologicamente all’avanguardia e professionalmente evolute; esistono emittenti modeste e con personale improvvisato: ma anche dal confronto nascono i presupposti per i miglioramenti e la crescita.
Ci sono stazioni che fanno informazione, altre che danno maggior spazio alla musica; alcune si preoccupano di accontentare un particolare target, altre si rivolgono un po’ a tutti. C’è chi fornisce contenuti e cultura, e chi, per contro, non nasconde i propri scopi di lucro.
Cercando con un po’ di pazienza, senz’altro c’è la radio che fa per noi, vista la totale libertà di espressione concessa agli organi di comunicazione: ma anche qui, come in tutti i settori, non si dovrebbe sconfinare oltre misura, per evitare, ad esempio, il caso emblematico a tutti noto di una famosa radio politica che, per un periodo di tempo ha lasciato letteralmente aperti i microfoni dando la possibilità, a chiunque ne avesse avuto voglia, di esternare pensieri e opinioni, ma anche, ahimé, le peggiori scurrilità e nefandezze che una mente umana riesca a produrre. In questo caso, credo sia davvero un peccato sciupare la potenza di un mezzo come la radio per dare spazio al degrado e alla decadenza culturale.
Esistono anche emittenti che trasmettono, ad esempio, esclusivamente canzoni, sempre le stesse per diverse settimane, senza che ci sia l’intervento di uno speaker o di un intrattenitore. Pure in questo caso, lo stesso ragionamento adottato poco sopra: per quale motivo non sfruttare al meglio le potenzialità di un mezzo così versatile?
In ogni caso, come si diceva in precedenza, è giusto concedere spazio alle realtà più diverse e avere maggiori probabilità di soddisfare una platea, la più ampia possibile.