Tesi di Laurea – I giovani e la radio

La ricerca

Obiettivi

Lo scopo della ricerca, in termini generali, mira a fornire innanzitutto un’analisi qualitativa/quantitativa dell’ascolto e della fruizione del mezzo radiofonico, quale mezzo di comunicazione sociale.

In particolare, si è cercato di mettere in luce quale funzione abbia uno strumento così potente in una società sempre in evoluzione, le eventuali relazioni esistenti tra l’ascolto, l’impiego del tempo libero, il tipo di vita condotto e il contesto dell’ambiente circostante.

Il questionario: dimensioni e problemi

Nel questionario autocompilato, composto di una quarantina di domande (per la maggior parte chiuse e riferite a caratteri qualitativi), si è cercato di mettere in luce diversi aspetti della figura dell’intervistato e del proprio rapporto con la radio. Le principali “aree” d’indagine si possono così riassumere:

l’ascolto nel tempo: con quale frequenza, in quale momento della giornata e in quale stagione maggiormente si ascolta la radio;

modalità di ascolto: quali apparecchi si possiedono e quali vengono usati più frequentemente, a quale volume, con chi, in quale luogo e in quale situazione in particolare;

tipo di ascolto: qual è il metodo di scelta delle emittenti, del tipo di programmi; quali sono i bisogni che si cerca di soddisfare con l’ascolto della radio;

scelta delle emittenti: quali sono le stazioni preferite e quali dovrebbero essere le mansioni della radio pubblica e privata;

scelta dei programmi: quali sono i programmi preferiti e con quale frequenza vengono ascoltati;

partecipazione degli ascoltatori: differenziazione tra ascolto “attivo e passivo”; con quale frequenza capita di voler conoscere uno speaker; quali sono i mezzi per un efficace contatto tra la radio e i propri ascoltatori;

effetti dell’ascolto: possibilità di influenza nell’acquisto di dischi o prodotti suggeriti dalla radio; presunto potere della radio di regalare popolarità a chi sta dietro il microfono e di modificare il linguaggio corrente;

immagine della radio: qual è l’immagine che la radio offre di sé attraverso le sue funzioni, le sue caratteristiche e le esperienze soggettive dell’ascoltatore, guidato nella formulazione di un profilo per mezzo di un differenziale semantico;

aspetti critici: cosa si eliminerebbe e cosa manca nei programmi radiofonici;

contesto sociale: quali sono le attività principali svolte nel tempo libero; all’intervistato viene anche chiesto se trascorre più tempo da solo o in compagnia, se il luogo in cui vive è silenzioso o meno e se ritiene di essere sufficientemente informato su quanto accade intorno a sé;

dati personali dell’intervistato: età, sesso e titolo di studio.

[…omissis…]

I risultati dell’indagine mostrano chiaramente che la radio è uno strumento ancora attuale presso i giovani e questi, solo in minima parte ne fanno uso raramente.

Il momento migliore della giornata è il pomeriggio, caratterizzato da una presenza massiccia degli ascoltatori minorenni, vincolati dalla frequenza delle lezioni scolastiche durante l’orario antimeridiano.

L’estate è senza dubbio la stagione che raccoglie più spettatori.

Tra i diversi apparecchi disponibili per ascoltare la radio, quello più utilizzato è l’Hi-fi domestico. Se però si prende in considerazione la frequenza d’ascolto, si ha un’interessante differenziazione: l’Hi-fi domestico si usa se l’ascolto avviene tutti i giorni; la radiosveglia e gli apparecchi da tavolo se avviene qualche giorno a settimana; i walkman, le radio portatili e l’autoradio per un ascolto meno frequente.

I giovani, poi, amano ascoltare la radio a un livello di volume medio-alto: in particolare i minorenni adottano un volume più alto di quello dei maggiorenni. Inoltre, il livello di volume dipende sia dal tipo di apparecchio usato che dalla frequenza d’ascolto.

Di solito, la radio si ascolta da soli, a prescindere dal sesso o dall’età, e prevalentemente in casa. Nei casi in cui l’ascolto avvenga fuori casa, ciò si verifica in compagnia del partner, amici e parenti.

Valutando le risposte fornite in merito alle diverse situazioni durante le quali si ascoltano programmi radiofonici, si nota che i maschi preferiscono concentrarsi su ciò che viene mandato in onda più delle femmine, che d’altra parte prestano un’attenzione maggiore alle loro faccende, relegando il ruolo della radio a mero “sottofondo”.

Per quanto riguarda il tipo di ascolto, è stato preso in esame l’atteggiamento di selezione dei programmi e delle emittenti che non risulta essere casuale: di solito, i giovani (e nello specifico, specialmente i giovanissimi) sono affezionati ad una sola o poche emittenti; in ogni caso, raramente seguono un’emittente qualsiasi. Ovviamente la scelta della stazione implica di conseguenza anche la preferenza di particolari programmi.

A questo proposito, non vi è dubbio che i giovani preferiscano trasmissioni rilassanti e cerchino nella radio una fonte di distrazione.

Tra le emittenti più seguite dai giovani troviamo, nell’ordine, Radio Dimensione Suono Network, Radio Globo, Radio Subasio, Radio Deejay, Mondo Radio Centro Italia, Radio Italia Solo Musica Italiana…

Per quel che concerne la preferenza delle trasmissioni, al primo posto troviamo la musica leggera, seguita dalle classifiche e dai notiziari.

I giovani considerati nell’indagine possono essere certamente definiti attivi nell’ascolto della radio: infatti essi molto frequentemente registrano i loro programmi, diverse volte desiderano conoscere gli speakers che li accompagnano durante la giornata e non di rado stabiliscono un contatto (in particolare tramite il telefono) con la propria emittente.

Molte volte, i giovani vedono nella radio una fidata confidente, quasi un’amica. Spesso si rifugiano in quella compagnia virtuale a cui sembra non possano fare a meno, forse per la mancanza di legami affettivi ben saldi che la realtà in cui vivono non sempre garantisce. Accade che la “voce” a cui si affezionano diventi una compagna inseparabile. Nei casi più eclatanti, però, non è più sufficiente “ascoltare” e nasce l’esigenza di manifestare la propria presenza unita al desiderio di instaurare un dialogo o un rapporto bilaterale tra mittente e destinatario: ci si fida ciecamente della persona estranea che entra in casa nostra per mezzo dell’apparecchio radiofonico e spesso si vuole renderla partecipe delle proprie sensazioni o delle esperienze vissute.

In casi come questi, il contatto con l’emittente (tramite telefono o corrispondenza) diventa più frequente; allora, dietro tale comportamento, come si diceva prima, si nasconde probabilmente un disagio giovanile che esula dagli scopi della presente indagine, ma che, comunque, dovrebbe alimentare in noi una maggiore consapevolezza circa le responsabilità da attribuire alla radio e al suo ruolo di mezzo di educazione.

I giovani sono altresì convinti che il mezzo radiofonico sia potente tanto da influenzare le scelte negli acquisti e il linguaggio corrente.

Agli intervistati è stato chiesto, per mezzo di un differenziale semantico, di fornire un profilo che rappresentasse l’immagine della radio suggerita dalla loro esperienza. L’idea complessiva che se ne ricava è certamente positiva, dal momento che gli aggettivi che più ricorrono sono: attuale, buona, chiara, benefica, facile, interessante, utile, piacevole, vicina, ecc..

Ancora più significativa è l’opinione secondo cui la radio è vista come mezzo di comunicazione che lascia notevole spazio alla partecipazione degli ascoltatori.

La parte più interessante dell’indagine, è senza dubbio quella relativa alle domande “aperte” del questionario, in cui veniva chiesto di indicare le lacune riscontrate nei programmi radiofonici, di proporre idee e avanzare critiche di qualsiasi tipo. Tra le cose che i giovani eliminerebbero volentieri va annoverata la pubblicità, con una notevole percentuale di consensi, l’eccessivo dialogare degli speakers e l’interruzione delle canzoni per mezzo del parlato.

D’altra parte preferirebbero una maggiore varietà di musica, un più diretto contatto con gli ascoltatori e la trattazione di problemi altrove trascurati o di tematiche relative al loro “mondo”.

La sezione del questionario relativa al contesto sociale, oltre a fornire una visione d’insieme circa le attività svolte dai giovani nel tempo libero, in alcuni casi, risulta utile anche per verificare se queste ultime abbiano qualche attinenza con la scelta dei programmi radiofonici.

Per quanto riguarda le attività più frequenti, segnaliamo al primo posto la conversazione con gli amici, poi guardare la televisione, andare in giro in auto, moto, bicicletta, leggere e praticare sport.

Si è riscontrata, poi, una certa relazione tra il tempo dedicato alle attività politiche e sindacali e l’ascolto dei programmi politici, tra le attività parrocchiali e i programmi religiosi, tra il tempo dedicato alle letture, alla visita di musei e la scelta di trasmissioni culturali, tra le attività sportive e le trasmissioni sportive.

Per completare il quadro così ottenuto, bisogna aggiungere che, in base alle risposte fornite dagli intervistati, risulta che i giovani vivono per lo più in compagnia, in un luogo più spesso silenzioso che rumoroso.

Inoltre essi, nella maggior parte dei casi, ritengono di essere sufficientemente informati su quanto accade nel mondo circostante e tale condizione si ripercuote anche nella frequenza d’ascolto dei notiziari.