Le radio locali
La forza delle radio locali dovrebbe risiedere in quella che i sociologi del gruppo identificano nel comune scopo e nella ragione d’assieme propri di un gruppo in quanto tale. In altri termini gli ascoltatori dovrebbero acquisire la consapevolezza di far parte in qualche modo e in maniera attiva di un gruppo più ampio di persone unite da un legame comune.
Le radio locali inoltre dovrebbero portare la voce genuina e diretta della “periferia” e sorprendere per il loro porsi a riflesso immediato di realtà inedite.
La radio locale dovrebbe essere il contrappunto sonoro della giornata, la sua efficienza va misurata con la possibilità assoluta di essere utile. C’è un ingorgo stradale? Va detto subito. È avvenuta una disgrazia? Va segnalata con tempestività e precisione. Ci sono delle comunicazioni di carattere generale? Vanno segnalate anche più volte nell’arco della giornata. Anche gli avvenimenti atmosferici devono dare lo spunto per fornire consigli pratici continui, precisi, utili.
La cultura esistenziale è implicita nella massa di notizie e di informazioni che una radio locale programma in continuazione. Siano ricette di cucina, avvisi di pagamento di tasse e di bolli, programmi teatrali e cinematografici, concerti musicali di ogni genere, conferenze, riunioni, dibattiti; siano interviste, tavole rotonde, inchieste. Tutto questo materiale macina cultura, propone cultura, avvicina il grande pubblico alle fonti culturali.
Il linguaggio: l’effetto accento
Uno degli effetti più evidenti che le radio locali hanno portato, così come dichiarava Umberto Eco, è stato l’effetto accento: in altre parole, ascoltando una radio locale, si aveva l’impressione di sentir parlare un nostro vicino, la persona “comune” con il suo accento dialettale, al contrario di quanto accadeva sintonizzandosi sulla radio nazionale. Si era abituati ad un accento e a un ritmo di uno speaker “professionista”, quasi freddo e l’avvento di un nuovo tipo di linguaggio, anche se solo lievemente differente nella forma, aveva la capacità di polarizzare più facilmente l’ascoltatore che probabilmente si sentiva più vicino alla fonte trasmittente.
La radio e le promozioni
“Una radio “vive” oltre l’emissione, quando riesce a coinvolgere direttamente il proprio pubblico, a farlo muovere, partecipare, divertire. Il pubblico attivo in una promozione è in genere non più del 5% di quello che complessivamente ascolta. Si commette un grave errore quando la promozione è finalizzata ai soli partecipanti: si rischia così di far crollare gli ascolti, a vantaggio dell’entusiasmo di una percentuale irrilevante del proprio pubblico. Si deve quindi mirare ad un coinvolgimento su larga scala, ad esempio con un lancio di palline da ping pong o biglietti da un aereo (uno su cento viene premiato) sulla folla riunita in qualche punto prestabilito… Inoltre un premio spesso è più efficace se fantasioso piuttosto che non se “ricco”: una cena con la popstar preferita, una piccola parte in un film, un’esperienza insolita (volo in pallone)…” (Rivetta, 1995: 63).